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dei liberi pensatori

cronache

Come dice il titolo, riportiamo quello che ci colpisce nel variegato mondo in cui viviamo.

Raccontare e raccontarsi

di Patrizia Lucchi Vedaldi

L’”Associazione Civica Lido di Venezia Pellestrina”, in collaborazione con la Città di Venezia <C> Cultura Venezia-Rete biblioteche, la Municipalità Lido Pellestrina e l’Istituto comprensivo “Franca Ongaro”, ha organizzato tre momenti di riflessione sul dramma delle foibe, sull’esodo dei giuliano-dalmati e fiumani dalle Terre già italiane, e sulla Comunità italiana rimasta oltre adriatico. Sono intervenute Germana Daneluzzi, Tiziana Dabović ed io.

di Carmen Palazzolo

Lunedì, 25 febbraio 2019, con la conferenza dello storico Diego Redivo su “L’esodo giuliano-dalmata: cause remote prossime occasionali”, l’Associazione delle  Comunità Istriane di Trieste ha concluso il ciclo delle celebrazioni del Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’esodo 2019, anche se – come precisa Carmen Palazzolo nel presentare l’evento – per il sodalizio il ricordo non si esprime solo nel mese di febbraio, perché tutte le sue attività culturali hanno per oggetto l’esodo e la sua storia e, in senso più lato, quella del confine orientale d’Italia.

DAL 5 ALL’8 FEBBRAIO 2019 ANCHE AL PARLAMENTO EUROPEO (BRUXELLES) SI E’ PARLATO DI ESODO, DI FOIBE E DI DIRITTI DEGLI ESULI E LORO DISCENDENTI

di Patrizia Lucchi Vedaldi

L’evento, ospitato dal Gruppo PPE del Parlamento Europeo, si è sviluppato in tre importanti momenti.

Martedì 5 febbraiosi è tenuta la tavola rotonda “L’Europa e l’Alto Adriatico. Le istanze italiane a trent’anni dalla Caduta del Muro di Berlino”. In programma in apertura l’intervento dell’europarlamentare Elisabetta Gardini, capo della delegazione italiana in seno al PPE. L’eurodeputato Alojz Peterle, della delegazione PPE Slovenia, ha fatto pervenire un video messaggio. Hanno preso la parola Pier Mauro Zanin, presidente del Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia, Rodolfo Ziberna, sindaco di Gorizia, nonché Davide Rossi, della federazione delle Associazioni degli esuli Istriani, Fiumani e Dalmati. In particolare Rodolfo Ziberna ha chiesto l’apertura degli archivi europei per approfondire il dramma delle foibe.

TRIESTE CITTA' DELLA CULTURA
ha ospitato il 14 dicembre 2018 il convegno:
L'ISTRIA TRA LA FINE DEL GOVERNO ASBURGICO E IL REGNO D'ITALIA

di Carmen Palazzolo

Uno dei tanti eventi culturali che si svolgono quotidianamente a Trieste è stato quello organizzato dall'Associazione delle Comunità Istriane sul tema: “L'Istria tra la fine della dominazione asburgica e il regno d'Italia”, che è stato tenuto all'IRCI, in via Torino n. 8.

inaugurato a Trieste

di Carmen Palazzolo

Il progetto è stato messo a punto da Comune, Caritas e Comunità di San Martino al Campo, con il supporto operativo di Croce Rossa e Comunità di Sant’Egidio, e si attuerà dal primo dicembre 2018 al 31 marzo 2019 mettendo a disposizione 60 posti letto in tre case di accoglienza situate in via sant’Anastasio, via Udine e via dell’Istria. Queste case sono aperte dalle ore otto di sera alle otto di mattina e le persone vi ricevono la cena, la colazione per il giorno successivo e il necessario per lavarsi e per dormire. Non ci sono, purtroppo, in tutti e tre i centri le docce.

di Carmen Palazzolo

Nonostante la temperatura gelida con bora,
i triestini si sono messi infila per assistere a una lezione di storia

Se qualcuno chiedesse la mia opinione sulla cultura media della gente, risponderei senz'altro che, in base alla mia esperienza di contatti con le persone e di operatrice culturale, essa è di basso livello. Eppure le numerose persone in attesa davanti al teatro lirico "Giuseppe Verdi" di Trieste , dove domenica 18 novembre 2018 sono riprese le ormai tradizionali lezioni invernali di storia rivolte alla cittadinanza – com'è ben documentato sulla fotografia riportato su Il Piccolo di lunedì 19 novembre 2018 - sembrano smentire la mia opinione. Quel giorno a Trieste la temperatura media andava dai 5 ai 7 gradi con raffiche di bora anche di oltre 100 Km all'ora eppure, ben coperti, molti hanno atteso pazientemente di entrare nel suddetto teatro per ascoltare una lezione sulla rivoluzione francese di Luigi Mascilli Migliorini.

di Carmen Palazzolo

Vive polemiche sul quotidiano triestino il Piccolo e in altri giornali ha suscitato la notizia della manifestazione dell'organizzazione CasaPound a Trieste, il 3 novembre 2018, ricorrenza civile e religiosa per la città, perché è il giorno in cui si celebra l'arrivo del cacciatorpediniere Audace nel suo porto, alla fine della prima Guerra mondiale, e la festa del suo patrono S. Giusto.
Quest'anno, a conclusione del centenario dalla ricorrenza, è attesa anche la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Del corteo di CasaPound a Trieste si è parlato perfino in Parlamento, dove – come riporta il quotidiano di Trieste Il Piccolo del 3 novembre 2018 - i deputati di Leu, con un’interrogazione che vede come primo firmatario Nicola Fratoianni, scrivono: «Per noi le organizzazioni che si richiamano apertamente al fascismo come CasaPound, per le idee che diffondono, i metodi che utilizzano, che fanno dell’intolleranza e della discriminazione i propri princìpi, non possono poter svolgere manifestazioni pubbliche».

Intervento di Silva Bon 

Superare le barriere: nuove prospettive di collaborazione tra andati e rimasti

Superare le barriere: ecco un obiettivo che dovremmo, in uno sforzo comune, collettivo, rendere condiviso, comunitario.

Parlo soprattutto di barriere mentali, di muri resistenti, incrostati di preclusioni, di pregiudizi, di conflitti ideologici, tra parti contrapposte, che giungono perfino al livello di sanguinosi conflitti interpersonali: essi continuano a pervadere in una memoria ostile, onnipresente, invasiva, distruttiva di un passato drammatico, lontano ma evidentemente ancora attuale.
Molto si è fatto negli ultimi anni, questo sforzo non va negato o sottaciuto, per costruire, per rafforzare rapporti di amicizia, di collaborazione, di sostegno tra gli Italiani dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia, di entrambe le sponde dell’Adriatico Orientale, tra gli andati e i rimasti.

di Carmen Palazzolo

Italiani dell'Adriatico orientale: un progetto per il futuro è il titolo del convegno tenuto all'IRCI mercoledì, 24 ottobre 2018, organizzato per il Circolo di Cultura Istro-veneta "Istria" da Ezio Giuricin, suo vicepresidente.

Numeroso il pubblico presente, fra il quale ci sono numerosi esponenti della minoranza italiana residenti in Slovenia e Croazio, quali Maurizio Tremul e diversi presidenti di Comunità mentre assenti sono i presidenti delle associazioni degli esuli. Presente pure la televisione di Capodistria e non la RAI.

Dopo il saluto del presidente dell'IRCI Franco Degrassi e la prolusione del presidente del Circolo Istria Livio Dorigo, si sono succeduti gli interventi di Kristjan Knez, Ezio Giuricin, Giorgio Tessarolo, Nelida Milani Kruljac, Gaetano Bencic, Guglielmio Cevolin, Sandro Gherro, Fulvio Varljen, Franco Fornasaro al mattino, Lucia Castelli, Isabel Russinova, Loredana Bogliun, Silva Bon, Laura Marchig, Guido Rumici nella ripresa pomeridiana. Sono storici, giornalisti, scrittori, poeti, insegnanti universitari e medi, fotografi e documentaristi. Di particolare e grande spessore sono state in particolare le relazioni del mattino, e non è facile per me descrivere il tutto e tanto meno trarre delle conclusioni. Molte sono pure le persone che intervengono al dibattito conlusivo.
La prima considerazione che mi sorge spontanea è infatti che, sull'argomento, è stato detto di tutto e il suo contrario, da cui cercherò di estrapolare ciò che mi ha colpito di più e mi sembra più importante.

Circolo di cultura istro-veneto “Istria”- Trieste
I partecipanti al Convegno: “Italiani dell'Adriatico orientale: un progetto per il futuro”
lanciano il seguente
APPELLO
alle istituzioni politiche e all’opinione pubblica per lo sviluppo di un grande progetto comune volto a tutelare, promuovere e valorizzare la continuità della presenza italiana nell'Adriatico orientale

La componente italiana dell'Adriatico orientale, a seguito degli sconvolgimenti della seconda guerra mondiale e delle radicali trasformazioni politiche, sociali ed etniche avvenute in quest'area, ha subito lo sradicamento e l'esilio della sua parte più significativa e la riduzione a minoranza dei pochi “rimasti”. Nel dopoguerra, e in particolare a partire dalla metà degli anni Sessanta, sono stati profusi degli sforzi, da parte italiana, per salvaguardare il patrimonio culturale, l'identità e la continuità della presenza italiana in queste terre con una serie di iniziative volte a sostenere la comunità italiana nell'ex Jugoslavia. Importante è stato, inoltre, nonostante i profondi ritardi e il velo d'oblio calatosi sulle vicende del confine orientale, l'impegno a favore del mondo associativo degli esuli istriani, fiumani e dalmati; un impegno che ha registrato un salto di qualità con l'approvazione, da parte del Parlamento italiano, della Legge n. 92 del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo.

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