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dei liberi pensatori

storia

Articoli che raccontano le vicende delle nostre terre, a volte travagliate e controverse, a volte affascinanti e poco note.

di Carmen Palazzolo

È l’agosto del 2020 e sono a Puntacroce, il villaggio dell’isola di Cherso nel quale sono nata e da cui  sono partita con mia madre e mia sorella nel 1947 per andare esule in Italia. Da allora, a partire dal 1967, sono ritornata qui molte volte ma non con continuità. Questa volta soggiornerò in un appartamentino di una nuova grande casa, appena costruita all’inizio del paese sulla strada proveniente da Ossero. Oltre che essere nuovissimo e splendente di pulizia, quest’alloggio è dotato di ogni moderna comodità dai fornelli con piani di cottura in vetroceramica all’aria condizionata e ad internet.

di Carmen Palazzolo Debianchi

Ricorre quest’anno il centenario dell’impresa dannunziana di Fiume che, in pochissime parole, si può riassumere nella partenza da Ronchi per Fiume, nella notte fra l’11 e il 12 settembre 1919, di Gabriele D’Annunzio, alla testa di un gruppo di circa 2600 legionari per consegnare all’Italia la città, che una suddivisione a loro parere ingiusta del territorio alla Conferenza della Pace di Parigi aveva assegnato al neonato Regno dei Serbi Croati e Sloveni mentre il 60 % della popolazione era italiano. Da quest’evento Ronchi trasse l’aggiunta “dei Legionari”, che attualmente appartiene alla sua denominazione.

di Carmen Palazzolo

L'impresa dannunziana di Fiume

Cade quest'anno l'anniversario dell'inizio dell'impresa di Fiume di Gabriele d'Annunzio che, com'è noto, partì da Ronchi, oggi in memoria di quell'evento Ronchi dei Legionari (GO) il 12 settembre 1919 alla testa di circa 2.600 volontari, che egli denominò "Legionari" per andare alla conquista di Fiume. Iniziamo con questo scritto a ricordarla e lo faccio presentando un periodico quotidiano, fondato a quel tempo ma che rimase in vita fino al 1945, che ne fece la puntuale cronaca

di Patrizia Lucchi Vedaldi

Affrontando la genesi e l’esecuzione dell’impresa di Pola del 1° novembre 1918, credo sia necessario sfatare una leggenda creata dai detrattori degli italiani e che ancora oggi ogni tanto viene riproposta, con la quale si è tentato di far credere che l’affondamento del Viribus Unitis fosse avvenuto quando già l’Italia sapeva che la flotta imperiale era stata consegnata, per accordo, al nascente Stato degli Sloveni, Croati e Serbi. Ques’ultimo, peraltro, in gran segreto, stava tradendo quanto pattuito con il Regno dei Serbi a Corfù il 20 luglio 1917.

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di Carmen Palazzolo


Sono stati i fascisti, gli slavi stessi o è stato uno scoppio incidentale di materiale esplosivo presente al secondo piano dell’edificio? A quasi cento anni di distanza dal fatto, gli storici si interrogano ancora sull’autore e le cause dell’evento. Secondo l’Anpi e in generale tutte le sigle antifasciste e filo-slovene sono stati i fascisti; la Lega Nazionale di Trieste e la Fondazione Rustia Traine dell’On. Renzo de’ Vidovich sostengono invece una tesi diversa. Sull’argomento nel luglio 2019 si è tenuta una conferenza presso la sala Tessitori di Trieste in cui si sono ripercorse le tappe fondamentali di quei fatti, a partire dalla manifestazione di solidarietà per l’omicidio a Spalato di due patrioti: il comandante della nave “Puglia” Tommaso Gulli ed il motorista Aldo Rossi, durante la quale venne ucciso il giovane cameriere Giovanni Nini, di appena di 17 anni. Successivamente all’omicidio del giovane Nini, gli “slavisti” si rifugiarono nell’allora hotel Balkan, rincorsi da una folla spontanea che aveva assistito alla morte del ragazzo.

di Giorgio Ledovini

Il Villaggio S. Marco è stato la più grossa struttura abitativa per i profughi istriani in Emilia- Romagna a Fossoli di Carpi (MO). E' stata utilizzata allo scopo l'area dell'ex campo di concentramento di Fossoli di Carpi, creato nel 1942 per accogliere prigionieri di guerra e successivamente utilizzato come campo di transito per ebrei ed oppositori politici da avviare in Germania. Dopo la guerra ha ospitato persone compromesse con il fascismo e profughi dell'Europa orientale. Dal 1947 al 1952 fu sede della Comunità di Nomadelfia di don Zeno Saltini. Nel 1954, dopo una lunga e complessa elaborazione di progetto e burocratica, il Ministero dell'Interno ha deciso che vi venisse stabilita una comunità di profughi istriani gestita dall'Opera per l'Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati, ente fondato nel 1949. Allo scopo gli edifici dell'ex campo di concentramento vennero abbelliti e migliorati con la creazione di appartamenti unifamilliari e servizi autonomi quali bar, alimentari, infermeria, chiesetta e scuola elementare. Il complesso fu denominato Villaggio S. Marco.

di Carmen Palazzolo

Giovedì, 24 febbraio 2019, all’Associazione delle Comunità Istriane di Trieste la storica Silva Bon, studiosa della questione ebraica, ha tenuto una conferenza sulla persecuzione ebraica a Trieste nel periodo 1938/1945. È un argomento che le è particolarmente congeniale e che ha approfondito perché è stato quello della sua tesi di laurea, che in seguito è stata pubblicata.

L’evento era eccezionale perché gli esuli giuliano-dalmati, per tanti anni chiusi nella sofferenza del proprio esilio, non si sono occupati dei dolori degli altri. Ma è tempo di allargare l’orizzonte, perché anche altri hanno sofferto esilio e persecuzioni. Fra questi c’è indubbiamente il popolo ebraico, da sempre esule e perseguitato. È questo il motivo che ha indotto la commissione cultura dell’Associazione a invitare la socia Silva Bon a parlare del suddetto argomento.

Archvio Museo storico di Fiume - Roma - Società di Studi Fiumani
(presidente prof. Giovanni Stelli - Direttore dr.Marino Micich)

Esodo giuliano-dalmata: il Diritto di opzione - norme stabilite

Riproduzione Comunicato del Ministero degli Esteri italiano apparso su "Il Corriere di Trieste" del 22/XI/1947

 

La storia censurata dei crimini fascisti in Jugoslavia di Giacomo Scotti

Il volume narra una storia dell'Italia del XX secolo sconosciuta ai più benché sia già stata ampiamente narrata da storici croati e anche italiani. 

Si tratta dell'invasione della Jugoslavia.

Essa faceva parte del progetto espansionistico del fascismo mirante al controllo del Mar Mediterraneo per cui, dopo la conquista dell'Albania (1939) e quella della Grecia (1940), si passò all'occupazione della Jugoslavia. La campagna iniziò il 6 aprile 1941 con un devastante attacco aereo germanico sulla capitale jugoslava, a cui seguì una rapida e agevole avanzata delle Panzer-Division tedesche che sbaragliarono ogni resistenza dell' esercito jugoslavo.

Venerdì 26 maggio 2017 - Il filmato integrale dell'intervento sul tema "Italianità adriatica", che l'Associazione delle Comunità Istriane di Trieste ha presentato a èStoria 2017, Festival internazionale della storia di Gorizia.

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