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dei liberi pensatori

Bernardino Rizzi nacque a Cherso il 27 maggio 1891 da Maria Soich e Antonio Rizzi. I Rizzi, presenti nella cittadina fin dal 1590, nel 1800 si occupavano di costruzioni navali.
Entrato nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, Bernardino ne frequentò a Cherso il ginnasio, a Camposanpiero il liceo, a Cracovia il corso di filosofia ed a Roma quello di teologia.

Fu ordinato sacerdote a Roma il 10 agosto 1914. Presso l’Archivio Vaticano di Roma conseguì pure il Diploma in Diplomatica e in Paleografia (scienza che insegna a leggere e a decifrare le scritture antiche). Presso il Seminario Diocesano di Padova  ottenne la laurea in Teologia. Poi si dedicò agli studi musicali: ottenne il Diploma in Canto Gregoriano presso la Pontificia Scuola Superiore di Musica Sacra e, nel 1921, il Magistero di Composizione presso il Conservatorio Musicale di Padova.

Ebbe come maestri G. Dobici e L. Refice a Roma ed O. Ravanello a Padova; da essi apprese l’arte del comporre, nella quale si distinse ben presto suscitando l’ammirazione dei docenti per l’originalità.


A proposito della sua attitudine ed attrazione per la musica, Rizzi stesso narra: “Sentivo da bambino una gran voglia di cantare e di suonare. Cantavamo in chiesa con don Giuseppe (don Giuseppe Crivellari, parroco del Duomo di Cherso), a scuola col M.° Coreni di Pola e sotto il banco avevo fatto una tastiera, tiravo due, tre corde e suonavo. Quando sentivo che usciva la banda del M.° Cella per i concerti e le parate serali, correvo a pregarlo che mi permettesse di portare il fanale a Pasquale Utmar, il suonatore di Basso. Per me era un godimento!”


La sua attività artistica ebbe inizio a Padova nel 1921 con la composizione dell’opera “Carnaro”. Raggiunse però la grande popolarità in Polonia, dove trovò i mezzi e l’ambiente adatto per una comprensione immediata. In quella nazione l’attività musicale di Padre Rizzi durò 12 anni ed ebbe del prodigioso. Pochi artisti si affermarono così presto in un paese straniero come lui. Verso il 1923 fondò a Krakovia, presso la Basilica dei Frati Minori Conventuali la Società Chòr Cecylianski, composta da universitari, professori e laureati, a cui si associarono successivamente cantori già appartenenti ad altri Cori di Krakovia.
Fu professore di composizione all’Istituto Musicale di Krakovia e di Composizione e Strumentazione alla Scuola Superiore di Musica di “Zelenski” della stessa città. Ebbe molti discepoli, parecchi dei quali, attratti dalla sua fama e dal suo genio, dopo aver già conseguito il diploma di musica, ricominciavano da capo lo studio del Contrappunto e della Composizione sotto la sua guida.


In Italia diresse vari concerti a Milano, Padova, Venezia, Assisi.


Ha composto numerosissime opere, di cui citiamo alcune:


  • Il Mistero di Santa Cecilia, Dramma cristiano in 3 atti con allegorie per soli, coro e orchestra
  • 
 Carnaro, Poema sinfonico in 5 parti: Mari insidiosi, L’Olocausta, Canto sulla mia scogliera, Il nido natio, I liberatori

  • Il Santo, Oratorio in 3 parti per soli, coro e orchestra, opera commissionatagli dal Comitato per il 7° Centenario Antoniano

  • Santo Francesco, Oratorio in 3 parti per soli, coro e orchestra
  • 
Il Mistero della Passione, Panorama scenico in 9 quadri di diversi autori medioevali
- Venezia nelle sue guerre e nella sua potenza, Cortometraggio per orchestra
- I Vangeli delle Domeniche di Quaresima, 6 piccoli Oratori

  • I Pali telegrafici – Impressioni di pioggia – I Falciatori, per orchestra

  • La Radio, realizzazione sinfonica in morte di G. Marconi

  • Ali di guerra, quadro sinfonico

  • 19 Messe da 2 a 6 voci

  • Trittico Dantesco, Oratorio in 3 parti per soli, coro e orchestra, che è stato rappresentato nella Basilica di Aquileia alla sua riapertura al pubblico dopo l’ultimo importante restauro e di cui è stata pure fatta una videocassetta.


Artista di eccezionale temperamento, come la critica ebbe più volte a notare, egli rivela nelle sue composizioni una potenza descrittiva non comune per cui può essere considerato fra i migliori esponenti delle nuove forme della lirica moderna. La sua concezione del tutto nuova della lirica si rivela però appieno negli Oratori in cui si fondono descrizioni, realizzazioni e impressioni coloristiche. Sorpassò infatti la tecnica tradizionale degli Oratori allargando le possibilità del bello. Col suo “Pancordismo” portò l’orchestra ad una sonorità mai ottenuta prima non esitando, per ottenere  particolari effetti di colore, di introdurvi strumenti di propria invenzione. Compose molte “Pastorali” in polacco durante il periodo trascorso in Polonia che venivano rappresentate dal periodo natalizio fino a febbraio attirando migliaia di persone.

È deceduto a Padova nel 1968.

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