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dei liberi pensatori

di Carmen Palazzolo

“Red Land” è il titolo dell’ultimo film sulla vicenda di Norma Cossetto. Dopo esser stato presentato al Festival del Cinema di Venezia e a Presidenti e dirigenti vari delle associazioni degli esuli, è stato presentato al mondo della diaspora giuliano-dalmata triestino o ad esso interessato venerdì 9 novembre 2018 nel cinema Ambasciatori.
Sono stata fra i presenti.

 

Di questo film è già stato scritto di tutto e di più e la vicenda della povera Cossetto è nota. Chi non la conosce o non la ricorda può rileggerla in questo stesso blog.  Rinvio quindi ad essi per la vicenda per parlare solo della rappresentazione, da spettatrice curiosa e interessata.

Sono due ore e trenta di spettacolo senza pause da cui ho riportato una prima impressione di lentezza e violenza descrittive, accentuate dalla colonna sonora, in cui la melodia è più volte sostituita dal rumore degli spari di fucili e mitragliatrici. Nessun particolare di quel terribile settembre 1943 in Istria è trascurato; quasi nessuno spazio è concesso a esigenze sceniche per cui ne risulta una rappresentazione cruda nella sua storica correttezza. Mi domando tuttavia se, al di là del martirio della povera Cossetto e dei suoi compagni di sventura, con cui si conclude la rappresentazione, chi non conosce la storia di quel periodo possa apprenderla da questo film.

Si evince da esso con chiarezza la gioia per l’armistizio, vissuto dai più come la pace dopo una lunga terribile guerra ma con preoccupazione per le sue conseguenze da parte dei più consapevoli e lungimiranti; l’incertezza del comando militare italiano diviso fra gli ex alleati tedeschi, ora occupatori ma sostenitori del Governo di Salò; la paura della gente fra la presenza diurna tedesca e notturna partigiana, l’incertezza dei giovani sulla “parte” a cui aderire… e poi gli arresti, le persecuzioni, l’infoibamento. Ed è certamente tanto.

 

Red Land è la storia del dramma istriano post 8 settembre 1943, quando l’Armistizio scatena la prima ondata di violenze in Istria ad opera dei partigiani di Tito. Il film racconta il caos di quei giorni, la confusione e il terrore. Al centro della storia la tragica vicenda di Norma Cossetto, simbolo del martirio dei civili istriani. Norma era una ragazza di soli ventiquattro anni, laureanda all’Università di Padova con una tesi sulla nostra terra, intitolata “Istria rossa”. Infatti è il colore della terra di Santa Domenica di Visinada dove la ragazza viveva e di molte zone dell’Istria interna, ricche di bauxite. Il film è diretto da Maximiliano Hernando Bruno alla sua prima prova di regista, prodotto dalla VeniceFilm s.r.l in collaborazione con l’ANVGD, la Regione Veneto, la Commissione Film Treviso e il Fondo Regionale Cinema e Audiovisivo; sulla locandina compare anche il logo di Rai Cinema, non ho capito quale ruolo possa aver avuto. Tra gli interpreti spiccano nomi illustri del cinema internazionale, quali Franco Nero e Geraldine Chaplin, oltre a Sandra Ceccarelli, nota attrice italiana, e la giovane Selene Gandini che interpreta Norma Cossetto; 

 

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