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dei liberi pensatori

In mezzo alla campagna istriana si alternano boschi, viti, olivi, profumi, colori. All'interno del Parentino sorge una piccola località Fabci: poche case di contadini, stalle, ma un gran numero di piscine in parchi privati con annessa villa per le vacanze di “colonizzatori” tedeschi.

La meta di questa visita è l'allevamento del boscarin di Mario Gasparini. Scarpe grosse e cervello fino: il signor Gasparini ha imparato molto bene l'arte della comunicazione e del marketing.

Ci accoglie con la sua giacchetta sbiadita e sformata celeste azzurra, braghe comode, scarpacce infangate se non sporche di letame, cappellaccio in testa, verga in mano all'interno del recinto dove ha appena fatto entrare i suoi esemplari: i boscarin. Con il viso segnato rugoso, abbronzato per una vita vissuta all'aria aperta, con mani callose da lavoratore, si mette “in posa” pronto con spigliatezza e ironia da vero “showman” a rispondere alle domande curiose dei visitatori: gente di città che non capisce niente di allevamento, di vita campagnola; ma è pronta ad acculturarsi sulla storia del boscarin, sulla differenza di manto dei buoi, delle manze, dei tori, e soprattutto sulle tecniche di castrazione. E anch'io con taccuino in mano prendo appunti.

La famiglia Gasparini da più generazioni alleva il Boscarin. La razza Boscarin è tipicamente istriana, lontana cugina della chianina toscana. Un tempo c'erano in tutta l'Istria più di 60.000 capi: venivano usati per tirare l'aratro essendo molto forti e robusti. Nel tempo la razza stava per estinguersi. Oggi ci sono 1.500 capi, 100 nell'allevamento Gasparini. Quando si avranno 5.000 esemplari su tutto il territorio istriani, si potrà dire di aver superato il pericolo estinzione.

Quando nascono dopo 9 mesi di gestazione sono di colore giallo tendente al rosso, a due mesi bianco grigio, i maschi a 10 mesi hanno il manto scuro e a un anno e 4 mesi sono in grado di riprodurre. Vivono per vent'anni. Due ore dopo la nascita sono in grado di alzarsi e cominciano a succhiare il latte.: mamma mucca accudisce al suo “cucciolo”. A sei, dieci mesi viene allontanato dalla madre. I maschi vengono venduti a un anno e mezzo quando raggiungono il peso di cinque o sei quintali per essere macellati. Le femmine non vengono munte in quanto il latte serve per i vitelli.

In questo allevamento c'è un solo esemplare per la riproduzione:il toro dal nero manto, pieno di ormoni e in grado di “montare” 200 mucche.
Il boscarin viene castrato per lavorare. Quando viene castrato perde odorato, cambia colore del manto e gli si allungano le gambe. I metodi di castrazione sono i più svariati: dalla martellata, alle tenaglie, pistola, o più “umanamente” castrazione chirurgica.

E' stato interessante durante le particolareggiate descrizioni osservare i volti dei maschi presenti: sofferenti. E il Gasparini se la rideva sotto i baffi.

 

di Anna Piccioni

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