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dei liberi pensatori

I simboli rappresentano in modo sintetico, efficacie e significativo, eventi ed elementi importanti della realtà. La mela rappresenta momenti fondamentali della conquista del pensiero umano.

Quella di Eva, coscienza e consapevolezza; il nostro travaglio e tormento.
Quella di Newton, la scoperta della forza di gravità e l'avvio degli studi sulla rotazione dei pianeti.
Quella che oggi nasce da un melo a Cicago ottenuto da una talea trasferita dalla cascina della madre di Newton negli ambiti delle strutture del MIT (Massachusetts Institut of Tecnology), ove operano diversi premi Nobel, rappresenta la meccanica quantistica.

Newton realizzò che la mela cade dall'alto verso il basso ma non comprese come la mela, e prima ancora il suo fiore, fossero riusciti a salire fin sulla cima di quell'albero. Questo evento ce lo racconterà successivamente la fisica quantistica e ci racconterà di come l'albero, meraviglioso computer, la cui efficienza l'uomo tende ad eguagliare, e prima ancora dell'albero le sue prime due foglioline appena uscita dal seme, catturando carbone dall'anidride carbonica presente nell'atmosfera, compongano zuccheri, amidi, cellulosa, ma anche foglie, fiori, frutti, comprese le nostre mele, attraverso al meccanismo quantistico della fotosintesi utilizzando quel meraviglioso enzima che è la clorofilla.

Ed ancora la meccanica quantistica ci dirà come la nostra ape, nella raccolta di cibo, volando da fiore in fiore trasporti il prezioso polline fecondando numerose piante, melo compreso, garantendo la sopravvivenza della loro specie e l'equilibrio del territorio.

Quindi anche l' ape simbolo di vita è da sempre oggetto di intense ricerche scientifiche ed ora di studi sui procedimenti di calcolo che regolano la sua complessa vita sociale ed il suo rapporto con l'ambiente e che riscontrano profonde analogie con algoritmi che sovraintendono alle attività della comunicazione elettronica.

Gli eventi e le strutture simboleggiati dalle tre mele ci offrono strumenti che ci guidano all'intima conoscenza di tutta la nostra storia evolutiva ed in particolare di fenomeni vitali come la fotosintesi, degli enzimi, della respirazione, della produzione ed utilizzo di energia fisica e biologica; la nostra intima essenza e quella dell'ambiente di cui noi stessi uomini facciamo parte e che contribuiamo nel bene e nel male e trasformare in modo spesso irreparabile.

E queste scoperte ci indicano il modo in cui semplici interazioni regolano il comportamento collettivo.

L'evoluzione è arrivata a realizzare anche in questo caso soluzioni di una una vasta gamma di problemi attraverso processi che senza controlli centrali sono capaci di garantire ordine e benessere a tutti i componenti di un contesto ecologico regolato da un'armoniosa anarchia.

Ed a quest'ultimo riguardo stupore, emozione, ammirazione e incredulità ci pervadono quando scopriamo un' arnia ed osserviamo dal suo interno il mondo dell'ape, la sua frenetica operosità nel compiere le innumerevoli attività che ogni singola operaia è chiamata svolgere nell'interesse esclusivo della comunità in un “sistema organizzativo individuale” sistema di bene comune gestito in modo anarchico, che emana ordine ed armonia in cui nessuno comanda né ordina, men che meno la regina, e tutti eseguono nell'interesse generale, governati da moduli di comunicazione complessi, ove miliardi di neuroni, pur disgiunti, operano all'interno del nido ed esplorano ed operano all'esterno in perfetta armonia anche con l'ambiente; un sistema complesso ed efficientissimo che ci obbliga ad un confronto con la massa cerebrale dell'homo sapiens e sembra di aver allora scoperchiato non un'arnia ma una calotta cranica e di aver individuato e di ammirare quei geni che codificavano nei comuni progenitori, prima ancora che si evolvessero in ominini ed api, la socialità, la solidarietà e la concordia che li accomunavano; ed allora sogni una quarta mela, una mela rossa magari ammaccata capace di indicarci però la strada per recuperare la socialità perduta e la consapevolezza che siamo da sempre parte integrante del paesaggio e che ad esso è legato il nostro futuro.

Livio Dorigo

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