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dei liberi pensatori

Lo specchio ... ovvero "riflessioni"

Forse non è un caso che quando ci guardiamo allo specchio la nostra mente alle volte parte per la tangente ed inizia lei stessa a ... riflettere ! Pubblichiamo qui le nostre riflessioni su argomenti di attualità. I lettori sono (perché no?) invitati ad inviarci le loro !

di Carmen Palazzolo

Non è successo in un paese arabo a religione mussulmana, ma a Pordenone, alla pallavolista Lara Lugli. La cosa sta suscitando grande scalpore perché Lara non intende subire in silenzio come hanno già fatto tante altre donne, perché sembra sia una prassi comune, e non solo nello sport, che le donne, al momento dell’assunzione, concordino col datore di lavoro o addirittura firmino una clausola di contratto in cui dichiarano di non avere intenzione di avere figli e di licenziarsi qualora accadesse loro di rimanere incinta.

Proponiamo alla riflessione dei nostri lettori la protesta della giovane europarlamentare europea della sinistra unitaria europea Manom Aubry alla presidente della Commissione europea Von Der Leyen sullo strapotere delle grandi Case farmaceutiche in merito ai vaccini anti Covid-19. La Aubry lamenta in particolare la mancanza di chiarezza nei contratti, i ritardi nella consegna dei vaccini e il mancato rispetto dei contratti della loro consegna e chiede come ha potuto la Commissione europea permettere tutto ciò.
Di seguito la registrazione dell’intervento della Aubry.

 

di  Maria Chiara Passolunghi

Maria Chiara Passolunghi, professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo e Psicologia dell'Educazione dell’Università di Trieste, a proposito degli errori, così scrive sul n. 3 di gennaio/febbraio 2021 della rivista Psicologia e scuola:

“La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta

Confucio

di Carmen Palazzolo

Il 25 novembre di questo infausto 2020, rattristato dall’emergenza delle infezioni dal covid-19, si è veramente molto parlato alla televisione e scritto sui giornali della violenza sulle donne anche perché dai dati statistici risulta che il forzato isolamento o semi-isolamento indotto dalla succitata infezione ha aumento le violenze domestiche.

di Carmen Palazzolo

Proprio così! È da qualche giorno che ci penso. Con l’inizio dell’anno scolastico quest’anno gli studenti corrono il rischio di infezione da covid-19 anche andando e tornando da scuola in autobus, perché questi sono troppo affollati, non consentono il mantenimento della distanza di sicurezza e l’affollamento stabilito dell’80 %, monitorato a distanza a quanto affermano i dirigenti di TriesteTrasporti, non è immediato né esiste un controllo sul posto, che non può essere affidato agli autisti – dicono le autorità suddette – ai quali è affidato solo l’importante compito della guida.

di Carmen Palazzolo

Le considerazioni di un’insegnante in pensione, madre di insegnanti e nonna

Bambini e giovani devono essere istruiti e quindi le scuole devono essere riaperte anche se le infezioni da covid-19, a quanto dicono giornali e televisione, non sono diminuite stanno anzi aumentando.

Sono stati presi dei provvedimenti, i più importanti dei quali mi sembrano la diminuzione del numero di allievi per classe e l’assunzione di nuovi insegnanti per far fronte al conseguente aumento del numero delle classi – verranno assunti ben 25.000 supplenti - e l’acquisto di nuovi tavolini monoposto con rotelle per meglio adibirli agli usi che si rendono necessari. Dovrà poi essere cura dei genitori misurare ogni mattina la temperatura dei figli prima di mandarli a scuola. Non c’è nulla da eccepire su classi e insegnanti ma era proprio necessaria la spesa di nuovi tavolini monoposto – addirittura 2,5 milioni - , dal momento che questi esistono già anche se sono senza rotelle? Perché le rotelle  possono anche rispondere a qualche bisogno utilitaristico, specie degli adulti, ma rispondono pure al bisogno di movimento dei ragazzi e alla loro birichineria per cui, da vecchia insegnante, io li vedo “camminare” per l’aula, altro che distanziamento controllato!

di Anna Piccioni

Il giorno 5 agosto ho organizzato all'ex lavatoio di San Giacomo un incontro dal titolo “Quanto è percepita la fragilità della Pace?” con Anna Maria Mozzi del Comitato Pace e convivenza e Danilo Dolci. Non è stata una conferenza sulla pace, ma un momento di confronto con il pubblico presente. Sono state utili le informazioni fornite da Anna Maria Mozzi, che ho aggiunto alla fine di questa mia riflessione scritta.

Certo in queste giornate afose è stato un po' insolito affrontare il tema della Pace. Da 75 anni l'Europa è in Pace??? Non dimentichiamo la guerra dei Balcani così vicina a noi nello spazio e nel tempo! Il 6 e il 9 agosto di 75 anni fa il lancio delle prime bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, che fecero una strage di civili: donne, uomini bambini. Le conseguenze si sono propagate per anni. Per gli Americani è stata la “soluzione finale” per concludere “degnamente” il conflitto mondiale. E pur conoscendo le conseguenze del nucleare molte potenze si diedero a procurarsi le testate nucleari, sempre più potenti.

di Carmen Palazzolo

È da quando sono entrate in vigore le norme contro l’infezione da coronavirus che viene alla mente il Decamerone

Ricordate? Era il 1348 e a Firenze era scoppiata un’epidemia di peste. Per sfuggire al contagio dieci giovani (tre ragazzi e sette ragazze) decidono di soggiornare per due settimane in due residenze nel contado, dove trascorrono il tempo tra balli, canti e il racconto di novelle.

L’analogia si ferma purtroppo all’appartarsi perché tutto il resto è diverso: le epidemie a quei tempi riguardavano un piccolo e circoscritto territorio, ora siamo di fronte a una pandemia.

 

 

di Patrizia Lucchi

Che dire? E’ un virus che tende a rendere arroganti i padroni dei cani, almeno qui dove vivo io, un tempo nota come “l’isola felice”. Perché arroganti? Perché additano alla gogna gli anziani che fanno la passeggiatina, ma ritengono sia loro diritto portare a passeggio i cani. Ma il problema sono i cani o i padroni o gli anziani?

E Madre Terra si ribellò. Non sono servite catastrofi:terremoti, alluvioni,inondazioni. Ha dato mille segnali all'uomo per fargli capire che “non ce la faceva più”; ma l'uomo ha continuato a consumare a coltivare la sua individualità. Un'individualità che non va oltre al suo spazio vitale; nemmeno delle generazioni future si preoccupa più.

Allora la natura pensò all'infinitamente piccolo, a qualcosa di microscopico che non fosse percepibile da nessun senso, ma che incutesse una terribile paura di morire. Questa è l'unica paura che può fermare l'umanità, che poi è una paura incomprensibile visto che la morte fa parte della vita. L'uomo ha paura della sofferenza: di morire soffrendo! Questo virus sembra aver costretto l'uomo a riscoprirsi a considerare la sua fragilità forse a ritrovare la sua umanità.

Quando tutto questo sarà finito e grande gioia si riverserà nelle strade, mi chiedo quanto tempo ci vorrà per dimenticare che “si sta...come d'autunno...sugli alberi...le foglie”

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