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dei liberi pensatori

recensione di Anna Piccioni

La storia ambientata nella Parigi del 1985 racconta di donne alienate e di spiriti. Scritto così potrebbe essere riduttivo e probabilmente venire scartato da subito; in realtà ho trovato interessante dal punto di vista storico e antropologico conoscere la condizione delle donne internate all'ospedale della Salpêtrière. La lettura segue la calma, la lentezza opprimente della vita e dei movimenti all'interno dell'Ospedale.
Da tempo si sa che la donna quando manifesta un qualsiasi atteggiamento che esula dai codici previsti, ovviamente dal mondo maschile, viene considerata “pazza” o più benevolmente “isterica” “Nessuna donna è mai del tutto certa che le sue parole, la sua individualità e le sue aspirazioni non la condurranno tra le temute quattro mura dell' XIII Arrondissement.”(pag 19)

Ogni reazione violenta o convulsiva viene “curata” premendo fortemente le ovaie. Oppure viene dato loro l'etere, al punto da renderle dipendenti. Diventano alienate perché estranee a tutto ciò che le circonda, hanno deciso di non combattere più: sono donne di tutte le età, di ogni estrazione sociale: bionde, rosse, brune.

Oltre a questi metodi le donne ricoverate senza alcuna possibilità di uscirne, venivano sottoposte a esperimenti pubblici con l'ipnosi a cui partecipavano medici, giornalisti, studiosi, scrittori e anche curiosi di Parigi ; più che esperimenti erano spettacoli “da circo” e spesso le povere vittime pensavano di guadagnarsi così la notorietà. Figura dominante dell'Ospedale è la capo infermiera, Geneviève, rigida e severa, che fino all'arrivo di Eugénie non si è mai lasciata “prendere” dalle sorti delle ricoverate: “le alienate non le interessano. Nessun destino la commuove, nessuna storia la turba” (15)

Va ricordata Thèrése, la decana delle internate che quando sarà il momento di essere dimessa sarà presa dalla paura di quel mondo fuori da quelle spesse mura che la proteggevano; e poi la fragile e giovane Louise, innamorata sognatrice.
I fatti raccontati si svolgono tra il 20 febbraio 1885 e il 18 marzo dello stesso anno al centro c'è il ballo di mezza quaresima al quale sono invitati i Parigini per vedere “le pazze” con la morbosità di essere presenti a un fatto eccezionale, a un “incontro ravvicinato”. I grandi portoni si aprono alla città e per le alienate la preparazione del ballo, la ricerca dell'abito tra la montagna di ciarpame è un momento vitale di grande euforia per tutte loro.

Il personaggio di Eugénie prende da subito il lettore per la sua fragilità, per la sua ingenuità, per la sua giovane età, per la sua fede incondizionata a credere alle sue visioni.


Victoria Mas IL BALLO DELLE PAZZE edizioni e/o
traduzione dal francese di Alberto Bracci Testasecca

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