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Carmen Palazzolo

I Patti Lateranensi sono degli accordi sottoscritti tra il Regno d'Italia e la Santa Sede l'11 febbraio 1929. Ne scrivo oggi perché la commemorazione, anziché alla data in cui vennero ratificati, è stata fatta ieri, 15 marzo 2022.

Codesti Patti, che contengono un trattato, una convenzione e un concordato, regolano ancora oggi i rapporti fra Italia e Santa Sede. Ad essi si deve l'istituzione della Città del Vaticano come Stato indipendente e la piena riapertura formale dei rapporti fra Italia e Santa Sede, interrotti nel 1870 ma gradualmente riallacciati nei decenni successivi fino alla loro definitiva sistemazione con la stipula di tali accordi. Essi sono richiamati dall'articolo 7 della costituzione della Repubblica Italiana.

I Patti Lateranensi consistono nel Trattato, in una Convenzione finanziaria e in un Concordato.

Il Trattato fonda lo Stato della Città del Vaticano e riconosce l'indipendenza e la sovranità della Santa Sede;
la Convenzione finanziaria, che regola le questioni sorte dopo le spoliazioni degli enti ecclesiastici a causa delle leggi eversive, prevede l'esenzione al nuovo Stato dalle tasse e dai dazi sulle merci importate. L’Italia si obbliga inoltre a versare alla Santa Sede, allo scambio delle ratifiche del Trattato, la somma di lire italiane 750.000.000 (settecento cinquanta milioni).

Col Concordato, che definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa e il Governo italiano, si consentiva fra l’altro di rendere le leggi italiane sul matrimonio e il divorzio conformi a quelle della Chiesa cattolica di Roma, di esentare il clero dal servizio militare, di riconoscere il cattolicesimo quale religione di Stato in Italia, cosa che portò all’istituzione dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole.

La celebrazione 2022, la 93esima, si è svolta a Palazzo Borromeo, l'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, alla presenza, oltre che del presidente Sergio Mattarella, delle più alte cariche istituzionali della Repubblica italiana e della Santa Sede.

“In un'atmosfera cordiale e sorridente – come ha dichiarato ai giornalisti il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni - particolare attenzione è stata data alla situazione internazionale, con riferimento anzitutto alla guerra in Ucraina, fonte di estrema preoccupazione, e alla crisi in Libano. In tal senso - ha proseguito - si è sottolineata anche la necessità di uno sforzo condiviso per rendere più umane le condizioni di vita dei migranti, particolarmente di coloro che fuggono dalla guerra, anche tramite specifici interventi presso le nazioni di transito o che accolgono rifugiati. Tra i vari temi trattati, infine - ha aggiunto il portavoce della Santa Sede - ci si è soffermati sul prossimo Giubileo del 2025, con l'attivazione, per quanti da pellegrini vorranno raggiungere le basiliche papali nella Capitale, di percorsi e servizi in tutta Italia, in collaborazione con la CEI e il Vicariato di Roma".

 

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