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dei liberi pensatori

di Carmen Palazzolo

Quello che mi ha colpito nelle informazioni sulla scomparsa di Leonardo Del Vecchio, non è stata la sua morte, perché di lui non sapevo nulla, ma la grande partecipazione dei suoi dipendenti, provenienti da tutto il mondo, ai suoi funerali e allora sono andata a cercare notizie su di lui ed ho trovato che il commissario europeo Paolo Gentiloni in un tweet così dice di lui:

«Leonardo Del Vecchio è stato un grande italiano. La sua storia, dall’orfanotrofio alla guida di un impero economico, sembra una storia di altri tempi. Ma è un esempio per oggi e domani».

DelVecchio MODQuand’è morto - a 87 anni all’ospedale San Raffaele di Milano in seguito a una polmonite non legata al Covid - egli era noto nel suo ambiente come il fondatore di Luxottica e presidente di EssilorLuxottica, oggi il più grande sistema distributivo del mondo dell’ottica; azionista tra l’altro di Mediobanca, Generali e Covivio, società immobiliare con base in Francia, la sua ricchezza attraverso l’holding di famiglia Delfin quest’anno è stata valutata dalla rivista Forbes in circa 25 miliardi di euro.

Egli era un vero principe dell’imprenditoria italiana ma, in un paese dove il capitalismo familiare è ancora molto radicato, Del Vecchio non lo è stato per diritto di nascita. Egli nasce infatti a Milano il 22 maggio del 1935 da una famiglia di origine pugliese; orfano di padre ancora molto piccolo viene affidato dalla mamma al collegio dei Martinitt, dove rimane fino al diploma di scuola media. All’età di 15 anni va a lavorare come garzone alla Johnson, una fabbrica produttrice di medaglie e coppe.

I proprietari della fabbrica lo spingono a iscriversi ai corsi serali all’Accademia di Brera per studiare design e incisione. E Del Vecchio lascia la fabbrica, dove ha imparato il mestiere e ha scoperto la sua passione per il “creare”, e apre una piccola bottega a Agordo, in provincia di Belluno.

Nel giro di soli tre anni la bottega diventa Luxottica, produttrice di semilavorati per altri produttori che poi assemblano gli occhiali finiti, con 14 dipendenti e ben presto un’ottima fama. Nel 1967 Del Vecchio decide di fare il grande passo e comincia a produrre la propria linea di occhiali con il marchio Luxottica: il business cresce sempre di più e si amplia nel mercato Usa. Dal 1995 Luxottica è il maggior produttore e distributore sul mercato ottico mondiale (marchi di culto come i Ray Ban fanno capo al gruppo): arriva prima la quotazione a New York poi nel dicembre 2000 a Milano e via via fino alla fusione con la francese Exilor, che porta il gruppo verticalmente integrato al top del settore a livello globale. Nel 1986 Del Vecchio è nominato Cavaliere del Lavoro.

Ma egli non dimentica mai i suoi dipendenti, che gratifica in diversi modi come quello di regalare nel 2011 per i 50 anni di Luxottica delle azioni gratuite per un valore complessivo di 7 milioni di euro e per i suoi 80 anni 40mila azioni, dal valore complessivo di circa 9 milioni di euro, agli 8mila dipendenti italiani del gruppo. 

La domanda che mi pongo e che rivolgo ai lettori è: Come si fa/Cosa si fa, partendo dal nulla, per  diventare dei grandi ricchi imprenditori? 

Sicuramente ci vuole grande intelligenza ma, a mio avviso, serve anche il coraggio di “osare”. E poi?

DITELO VOI.

 

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