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dei liberi pensatori

di Carmen Palazzolo

Finita la Seconda Guerra Mondiale, il mondo occidentale ha goduto e sta godendo un periodo di pace e benessere ma non è così ovunque e gli sfollati che continuano ad arrivare dovrebbero avercelo fatto comprendere da tempo perché non si scappa, e magari a rischio della vita su barconi fatiscenti o su gommoni, da situazioni di benessere. Così sono andata a vedere su internet cosa succede adesso nel mondo ed ho trovato che attualmente ci sono scontri di vario tipo in 11 Paesi e tutti in Africa. Si tratta di Burkina Faso, dove sono in corso scontri tra etnici; Egitto e Nigeria con scontri contro militanti islamici; Libia ove è in corso una guerra civile; Mali, Mozambico e Repubblica Democratica del Congo con scontri contro gruppi ribelli; Repubblica Centrafricana, ove spesso avvengono scontri armati tra musulmani e cristiani; Somalia con la guerra contro i militanti islamici di al-Shabaab; Sudan con la guerra contro i gruppi ribelli nel Darfur.

Eppure l’unica guerra di cui si parla, scrive, proietta in questi giorni da noi è l’invasione russa dell’Ucraina.
È perché Russia e Ucraina sono più vicine a noi; perché la Russia è una grande potenza nucleare che fa paura?
Penso che siano vere entrambe le cose e ci sono anche altre motivazioni ma non è mia intenzione fare considerazioni su questa guerra, sulla quale non ci mancano certo le informazioni, ma attirare l’attenzione sulla grande solidarietà e aiuti agli ucraini che ha sollecitato.

Finalmente nei nostri giornali si racconta qualcosa di buono, di positivo anziché concentrarsi sempre sugli eventi negativi perché fanno notizia. Se ne parla anche su Il Piccolo di ieri, 8 marzo 2022, a pagina 16 e 17. A Trieste – scrive la giornalista Elisa Coloni – la gente sembra fare a gara nell’offerta di articoli di ogni genere, dal vestiario ai giocattoli, al cibo, ai prodotti di drogheria, ai medicinali ed altro. C’è addirittura qualche signora che chiede al centro di raccolta cosa serve, passa a comprarlo e ritorna portandolo. Questi centri di raccolta sono, a Trieste, la chiesa Madonna del Mare di via Sturzo, la Chiesa Avventista di via Rigutti e la parrocchia di Valmaura. Non serve più vestiario, dicono gli organizzatori degli aiuti, ora le priorità sono altre secondo le voci provenienti dall’Ucraina. Mancano cibo (preferibilmente biscotti e alimenti in scatola vari), alimenti e pannolini per bambini, medicine (antidolorifici, flebo, bende, garze, lacci emostatici) coperte.

 

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